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Le capacità coordinative

Coordinazione senso-ideo-motoria

Le capacità coordinative insieme a quelle condizionali rappresentano le due grandi macroaree di cui è composto il movimento.  Se da un lato le capacità condizionali rappresentano QUANTO un atleta può essere forte, resistente o veloce; le capacità coordinative,  rappresentano l’insieme della coordinazione: ossia il COME eseguire un determinato movimento.

Se facciamo una similitudine con un pilota di formula 1 le capacità condizionali rappresentano la cilindrata del motore mentre le capacità coordinative l’abilità del guidatore.

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Definizione

“Sono l’insieme di quelle capacità che permettono di organizzare, regolare e controllare il movimento.”

Queste dipendono essenzialmente da due caratteristiche:

  1. Il grado di maturazione ed efficienza del sistema nervoso. Crescendo il nostro sistema nervoso si evolve e di conseguenza anche la nostra abilità nel coordinarci.
  2. Dai processi informativi che consentono di ricevere e decodificare segnali provenienti dall’ambiente esterno e dal proprio corpo (recettori). Per dirlo in parole semplici: da come noi siamo in grado di percepire le informazioni derivanti dall’esterno e dall’interno del nostro corpo. Pensate all’abilità di un calciatore di capire esattamente dove atterrerà il pallone rivolto verso di lui e come lui riuscirà a colpirlo al volo.

Capacità coordinative generali

Le capacità coordinative sono state (e sono ancora) argomento di studio dei vari ricercatori.

In realtà la coordinazione è un qualcosa di intrinseco e indivisibile, ma per poterla studiare al meglio si è cercato di dividere i vari aspetti del movimento per poterlo capire meglio, per questo le capacità coordinative sono state suddivise in generali e specifiche.

Le capacità coordinative generali secondo la suddivisione di Kurt Meinel sono tre e si distinguono in :

  • Capacità di apprendimento motorio
  • Capacità di controllo motorio
  • Capacità di trasformazione

Va altre sì specificato come le capacità coordinative ( sia generali che speciali ) agiscano come un tutt’uno sull’individuo, in ogni gesto motorio sono comprese più capacità ed è impossibile separarle in modo netto.

Capacità coordinative generali

Capacità di apprendimento motorio:

“Capacità che si manifesta nell’apprendimento di nuovi movimenti”; rappresenta quindi il riuscire ad imparare un nuovo movimento.

La continua ripetizione del gesto favorisce una trasformazione da motricità di tipo volontario in motricità di tipo automatizzato, consolidando l’atto motorio e facendolo diventare una vera e propria abilità. Quindi più ripeto un gesto e più questo diventerà automatico (pensate alla guida, quando si comincia bisogna pensare a dove mettere mani e piedi, dopo anni si riesce tranquillamente a parlare senza dover pensare a cosa fare).

Meinel sottolinea come per determinare questa capacità si deve considerare il parametro del tempo necessario o del numero di ripetizioniergo per imparare un gesto dovete eseguirlo un tot numero di volte.

Nei movimenti complessi però questi due riferimenti sono riduttivi e si introducono valutazioni di altre caratteristiche:

Precisione: ossia la corrispondenza tra modello dato di movimento e movimento riprodotto, riesco quindi a riproporre al meglio il movimento che desidero fare?

Costanza: ossia il livello di riproduzione continua del movimento in più ripetizioni

Ritmo di movimento: rappresenta l’ordine cronologico in cui si manifesta la dinamica muscolare contrazione-rilasciamento dei muscoli. Ossia la catena cinetica: quali muscoli si contraggono e in quale ordine per fare il movimento?

Agendo sulle capacità coordinative speciali si migliora l’apprendimento motorio, in quanto queste abilità si influenzano l’una con l’altra.

Capacità di controllo motorio

“Capacità di controllare il movimento in fase esecutiva, rispettando parametri ritmici, spaziali e temporali, al fine di perseguire il programma d’azione prefissato”. 

In parole semplici: riuscire a controllare un movimento mentre lo si sta facendo.

La sua riuscita risulta più complicata quando aumentano :

  • Numero di movimenti da collegare
  • Ampiezza del movimento
  • Durata del movimento
  • L’implicazione delle capacità condizionali.

Per determinare tale capacità è opportuno non frazionare ma graduare la difficoltà dei movimenti e degli esercizi, modulandone complessità, ampiezza e utilizzo di forza.

Capacità di adattamento e trasformazione

“Capacità di trasformare il movimento, adattandolo o modificandolo in rapporto all’improvviso variare delle condizioni esterne o interne, senza pregiudicare la riuscita del risultato previsto”.

Quindi in questo caso devo essere abile a modificare e cambiare un movimento in corsa (pensate a un calciatore che deve continuamente adattare il proprio dribbling quando affronta un difensore).

E’ riscontrabile nei cosiddetti sport di situazione, dove le condizioni tattiche e operative mutano continuamente, ma anche nelle discipline cicliche  ( es. gara campestre nei boschi, canoa in tratti d’acqua con correnti variabili ).

Questa capacità è legata anche alle capacità di equilibrio, ritmo, orientamento, reazione e trasformazione, in modo da poter rielaborare e modificare in modo efficace l’azione motoria.

La sua stimolazione ha una relazione di tipo inversamente proporzionale con la precoce specializzazione, infatti più in giovane età si agisce su stimoli vari sollecitando tutte le capacità coordinative più la capacità di adattamento e trasformazione è soggetta ad evoluzione. 

Capacità coordinative speciali

Le capacità coordinative sono state materie di studio di vari esperti e se molti concordano sulla suddivisione generale di queste, la classificazione speciale gode di diverse linee di pensiero, verrà qui riportata la suddivisione delle capacità coordinative secondo Blume :

  • Capacità di accoppiamento e combinazione dei movimenti
  • Capacità di differenziazione
  • Capacità di equilibrio
  • Capacità di orientamento
  • Capacità di ritmo
  • Capacità di reazione
  • Capacità di trasformazione

Capcità coordinative speciali

Capacità di accoppiamento e combinazione

“ Capacità di coordinare opportunamente tra loro movimenti e segmenti del corpo, successioni di un movimento o singole fasi di movimento, per la realizzazione di un movimento globale finalizzato”.

Di fatto implica l’abilità di incorporare in un unico gesto motorio più forme autonome di movimento; coordinando in modo variabile i diversi segmenti corporei tramite esecuzioni di flessioni, estensioni, torsioni, slanci, spinte ecc.

Se parliamo in ambito pedagogico si parla di  coordinazione intersegmentaria, la quale può risultare omologa, incrociata, dissociata, associata, sincrona o asincrona.

La capacità di accoppiamento e combinazione è il livello evoluto della presa di coscienza dei differenti segmenti corporei, e va stimolata generalmente fra i 6 e gli 8 anni; in una progressione didattica dovranno essere proposti esercizi via via sempre più complessi con velocità esecutive maggiori  o limitando e/o disturbando le informazioni sensoriali.

Strategie di miglioramento:

  • Variazioni esecutive di attività usuali
  • Svolgimento di giochi, attività ed esercizi inusuali
  • Variazione delle condizioni temporali
  • Variazioni delle regole delle situazioni giocate
  • Svolgimento di attività di combinazione automatizzate ma in condizioni di affaticamento

Capacità di differenziazione

“ Capacità di esprimere una grande precisione di economia tra le singole fasi del movimento o tra movimenti di varie parti del corpo”.

Di fatto ciò si può tradurre nel riuscire a mettere più “enfasi” nel movimento: pensate a battere con la mano su un tavolino, potete farlo piano o potete farlo forte. Ecco la capacità di differenziazione cinestesica!

Si fonda sull’integrazione di tre elementi:

  • le informazione cinestesiche, ovvero la regolazione funzionale del tono
  • la percezione dei parametri spaziali e temporali
  • il confronto tra movimento eseguito e rappresentazione mentale dello stesso

Alcuni autori parlano di differenziazione cinestetica, definendola come una presa di coscienza del tono muscolare ( sia esso basale, funzionale o posturale ) e della relativa capacità di dosarlo al fine di coordinare il giusto grado di tensione muscolare; questa abilità va ad interessare direttamente i recettori della sensibilità cinestetica, ossia i fusi neuromuscolari, gli organi muscolo-tendinei del Golgi, i propriocettori vestibolari e i propriocettori articolari.

Strategie di miglioramento

  • Esperienze di descrizione della posizione del corpo ad occhi chiusi
  • Esecuzione di attività ad occhi chiusi, segmentarie e di precisione
  • Esperienze motorie segmentarie basate sul contrasto contrazione decontrazione
  • Esperienze motorie globali basate sul contrasto staticità-dinamicità
  • Attività, esercizi e giochi di mira e precisione

Capacità di equilibrio

“ Capacità di mantenere il corpo in condizioni di equilibrio o di mantenere o ristabilire tale condizione nel corso degli spostamenti”.

L’aggiustamento dell’equilibrio avviene in virtù di meccanismi riflessi ( vestibolari, cervicali, visivi, muscolo-tendinei ); l’unità di regolazione è a livello sottocorticale, quindi non possiamo controllarla volontariamente.

L’equilibrio si distingue in :

  • Statico : risultante aggiustamento tonico posturale per mantenere una posizione statica
  • Dinamico : capacità di mantenere i segmenti corporei in una situazione di stabilità durante delle traslocazioni o delle gestualità.
  • Statico – dinamico: aggiustamento statico della postura durante lo spostamento del centro di gravità
  • Di volo : dove il corpo non si trova in appoggio al suolo e le informazioni propiocettive sono limitate
Yoga pose coordination.
Lo yoga è una disciplina che si basa sul controllo del corpo e la coordinazione .

Componenti neurofisiologiche della capacità di equilibrio

1 – Analizzatore vestibolare : situato nell’orecchio interno, il quale ci informa della posizione del capo rispetto all’asse delle spalle e ci informa sui cambi di velocità lineari, angolari e sui cambi di direzione.

2 – Analizzatore tattile: informa il  sistema nervoso sulla distribuzione del peso del corpo sugli appoggi a terra e sulle variazioni di superficie.

3 – Analizzatore cinestetico: invia notizie al sistema nervoso su possibili variazioni di contrazioni e stiramento dei muscoli provocate da una situazione di sbilanciamento.

4 – Analizzatore visivo: permette di anticipare e prevenire la condizione di squilibrio e attiva compensazioni posturali velocissime.

Strategie di miglioramento

  • Stimolare appoggi monopodalici con ricerca di squilibri antero-posteriore e laterale
  • Ricercare azioni combinate che sollecitino l’equilibrio ( spostamenti rapidi con arresti, cambi di direzione )
  • Elevare o diminuire la base di appoggio
  • Utilizzare basi di appoggio variabili
  • Stimolare l’equilibrio statico – dinamico con trasporto al suolo e su base di oggetti e attrezzi
  • Eliminare le informazioni dei vari analizzatori
  • Favorire la ricerca di equilibrio di volo partendo da salti dal suolo con arrivo stabile, per arrivare poi a salti di ostacoli, salti in basso, rimbalzi su minitrampolini ecc.

Capacità di orientamento spazio-temporale

“Capacità di determinare e variare la posizione e i movimenti del corpo nello spazio e nel tempo in relazione a punti di riferimento definiti” .

In sostanza riuscire a muoversi e gestire i movimenti tenendo conto anche dello spazio, ossia dove siamo situati.

I punti di riferimento possono essere il campo d’azione parziale o totale ( palestra, ring, area di gioco ) o un oggetto in movimento ( palla o piccolo attrezzo ). Questa capacità è strettamente legata alla capacità di accoppiamento e di equilibrio, inoltre è connessa a fattori di strutturazione dello schema corporeo.

Strategie di miglioramento

  • Spostamenti rapidi in spazi su distanze e con velocità progressivamente  più impegnative.
  • Mutare gli spazi ed i riferimenti operativi ( spazio di azione maggiore o minore )
  • Variare le condizioni operative : semplificare o complicare le regole dei giochi
  • Ridurre o disturbare l’intervento degli analizzatori: giochi ad occhi chiusi o esercizi preceduti da movimenti centrifughi o di capovolgimento.

Capacità di ritmo

“Capacità di esprimere un ritmo nelle azioni motorie.” 

Possibilità di percepire e riproporre un ritmo nella dinamica cronologica-temporale del processo motorio e di utilizzare il ritmo come base di riferimento per regolare l’azione; la ritmicità è molto importante in quanto consente di esprimere movimenti armoniosi, meno dispendiosi e più precisi. Il ritmo si suddivide in :

  • Oggettivo : collegato a ritmi forniti per via acustica e ottica
  • Soggettivo: appreso con interiorizzazione di un modello ritmico

Le tipologie di ritmo inoltre possono essere regolari, ovvero con cadenze che si presentano ad intervalli sempre uguali; oppure irregolari, presentando battute intervallate da periodi di durate differenti.

Rullo tamburi
Il ritmo rientra anch’esso nelle capacità coordinative anche se ad una prima occhiata potrebbe non sembrare.

Strategie di miglioramento

  • Presa di coscienza e riproduzione del ritmo del proprio corpo
  • Scoperta, ascolto e riproduzione di cadenze esterne ( tamburello, metronomo )
  • Scoperta e riproduzione della struttura ritmica dei gesti e delle forme di motricità conosciute

Capacità di reazione

“E’ la capacità che ci  consente di reagire motoriamente ad uno stimolo il più velocemente possibile.” 

Si compone di un tempo totale (TT), formato dalla somma di  due tempi : TR o tempo di reazione e TM ossia tempo di movimento.

Il tempo di reazione a sua volta si compone di tre ulteriori tempistiche :

  1. La percezione, ossia il tempo necessario per identificare lo stimolo;
  2. La scelta, cioè la selezione della risposta motoria;
  3. Programmazione, che non è nient’altro che la programmazione della risposta della risposta motoria da eseguire.

Il TR a sua volta può essere semplice, nel caso in cui ad uno stimolo viene associata una sola risposta motoria, oppure complesso, quando le alternative stimolo risposta sono più di una. Il TM  è definibile come l’intervallo di tempo tra l’inizio e la fine di un movimento in reazione ad uno stimolo.

Strategie di miglioramento

  • Esercizi con reazione prestabilita a un determinato comando
  • Diminuire il tempo di reazione, limitando la possibilità di preidentificare il segnale
  • Aumentare le varianti del segnale e delle reazioni motorie
  • Richiedere sempre più precisioni nelle risposte motorie attivate
  • Limitare l’uso degli analizzatori

Ecco un esempio di allenamento della capacità di reazione:

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Capacità di trasformazione

“Capacità di adattare e trasformare o sostituire l’azione motoria programmata e in svolgimento in base al variare della situazione.” 

Ossia riuscire a trasformare il movimento nella sua esecuzione.

Questa è correlata alla capacità di orientamento e reazione, le variazioni che si attuano durante il pattern motorio possono essere di adattamento  o di trasformazione:

  • Adattamento: tipico attività cicliche, dove si possono verificare adeguamenti dell’azione motoria in base legate alle condizioni operative ( superficie del terreno, piccole correzioni dei movimenti ), si ha una modifica di parametri spaziali e temporali, anche se il programma motorio non varia sostanzialmente.
  • Trasformazione: cambiamento dell’azione in corso con profonde variazioni, tipico degli sport di squadra e di combattimento.

Strategie di miglioramento

  • Andature con variazioni di orientamento e di direzione
  • Andature con variazioni di ritmo e velocità
  • Traslocazioni su terreni variati
  • Esercizi di combinazione di acrobatica
  • Giochi motori sportivi e di situazione
  • Trasformazioni e passaggi da uno schema motorio ad un altro senza interruzioni

Capacità coordinative in senso pedagogico

Anelli ginnastica
I ginnasti sono re nell’espressione di coordinazione motoria.

Le capacità coordinative sono di fondamentale sviluppo per una corretta crescita del bambino, il periodo più sensibile per la loro maturazione va dai 6 agli 11 anni; se guardiamo queste abilità da un punto di vista puramente formativo/pedagogico tralasciando l’ambito sportivo/specialistico troviamo la seguente ripartizione :

 

Coordinazione dinamica generale

Abilità di controllare e regolare i movimenti che comportano un aggiustamento dell’insieme delle parti del corpo, con conseguente spostamento del centro di gravità.

Va considerata come l’evoluzione degli schemi motori primari.

Per un corretto sviluppo della coordinazione dinamica generale occorre incentrarsi su esercitazioni di tipo globale con difficoltà di esecuzione progressivamente crescente in base ai temi trattati ( deambulazioni, andature, equilibrio, corse, saltelli, arrampicate ecc ) in forma multivariata e ludico-espressiva.

Queste esercitazioni consentono di :

  1. Stimolare l’aggiustamento posturale e dinamico in nuove situazioni
  2. Sollecitare il gioco dei meccanismi regolatori
  3. Rinforzare fattori di esecuzione (dominanza laterale, coordinazione intersegmentaria ecc)
  4. Soddisfare i bisogni di movimento del bambino

Coordinazione oculo-segmentaria

Attitudine nel controllare e gestire movimenti in situazioni di lancio, presa, ricezione, colpo al volo con oggetti ed attrezzi; tali azioni richiedono in primis l’utilizzo dell’analizzatore visivo accoppiato a mani, piedi o altre parti del corpo. La coordinazione oculo segmentarla si può dividere in :

  • Oculo-manuale

Deriva dal riflesso di prensione, attraverso un evoluzione in gesti come presa, rilasciamento e gettare; lo sviluppo di tale coordinazione è favorita da un affermata lateralità e da un maggior controllo tonico

  • Oculo-podalica o pedalare

Si sviluppa più tardi rispetto alla oculo manuale, si rifà alla conduzione, al controllo e al calcio degli attrezzi

  • Coordinazione con altri segmenti corporei

Nella coordinazione oculo-segmentaria sono evidenti inoltre tre adattamenti:

  1. Adattamento senso-motorio: è connesso alle attività di presa e ricezione, l’analizzatore oculare individua direzione, traiettoria e velocità dell’oggetto in modo da poter afferrare, fermare o stoppare quest’ultimo.
  1. Adattamento ideo-motorio: classico esempio di movimento volontario a circuito aperto o balistico, dove una volta iniziato il movimento questo procede senza ulteriori riferimenti; sono esempi ad esempio il lanciare e il calciare, dove viene necessario prevedere mentalmente il movimento senza poter poi correggerlo una volta iniziato. L’analizzatore oculare informa su distanza, forma, altezza del bersaglio; l’analizzatore cinestesico sul peso dell’attrezzo e sulla forza da applicare; l’analizzatore tattile invece manda segnali riguardanti la superficie e la consistenza dell’oggetto.
  1. Adattamento senso-ideo-motorio: tipico del colpire al volo gli oggetti, dove vi è una preorganizzazione mentale; in questo caso ricezione e lancio si fondono in un unico gesto motorio.

Alcuni autori inoltre fondono la coordinazione oculo-segmentaria e la coordinazione generale come un unico insieme coordinativo, definito capacità senso-motoria o capacità senso-ideo-motoria.

La coordinazione oculo-segmentaria è fondamentale per un corretto sviluppo della dominanza cerebrale, per l’organizzazione spaziale e temporale ed è un prerequisito per lo sviluppo di scrittura, lettura e qualsiasi arte grafica.

Le proposte didattiche devono contenere esercizi su prese, lanci, manipolazioni, colpi al volo; le varianti su cui si può agire sono l’attrezzo, il bersaglio, il lancio, la traiettoria, la distanza e la presa.

 

Basketball catch coordination
La coordinazione oculo-manuale è tipica di giocatori di pallacanestro, pallavolo, pallamano; i quali possono più facilmente cimentarsi nei rispettivi sport rispetto ad atleti che praticano discipline differenti.

Coordinazione spazio-temporale

Capacità di controllare e regolare movimenti che avvengono nello spazio in relazione a variabili temporali; si ricollega alla capacità coordinativa spaziale di orientamento spazio-temporale.

Si struttura solo in seguito all’apprendimento di variabili di spazio e di tempo; per il progredire della variabile spazio bisogna favorire la percezione di forme e dimensioni degli oggetti, delle relazioni e posizioni di rapporto con essi, di tutte le variabili spaziali ( dentro-fuori ecc ) e definendo anche le coordinate di orientamento ( destra-sinistra, avanti-dietro, alto-basso).

Per la percezione temporale occorre favorire l’acquisizione di concetti come la simultaneità, la successione, la velocità e la sua variazione, la periodicità, la durata.

Per Piaget solo dopo gli 8-9 anni si può parlare di coordinazione spazio-temporale, inoltre questo aspetto non può essere disgiunto dal concetto di schema corporeo.

Coordinazione intersegmentaria

E’ la capacità di relazionare l’attività motoria dei segmenti corporei gli uni rispetto agli altri; si ricollega alla capacità di accoppiamento/combinazione.

Conclusione

Come visto, la coordinazione è un argomento molto complesso ma stupendamente affascinante, ogni persona dovrebbe sviluppare la coordinazione in senso lato in ogni suo settore (ritmo, oculo-manuale, differenzazione ecc) per poi andare a specificare l’allenamento in base al proprio sport.

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