Lo schema corporeo
Con questo articolo vorrei parlare nel mio piccolo di un tema che mi piace ed è molte volte scartato o sottovalutato, ossia lo schema corporeo, e come sia importante prendersene cura sopratutto nell’età dello sviluppo.
Definizione
Coscienza, intuizione, conoscenza immediata che si ha del proprio corpo, in situazione statica o dinamica, in rapporto ai diversi segmenti fra loro e nel rapporto tra questi e lo spazio o gli oggetti che lo circondano ( J. Le Boulch ), rappresenta l’immagine che si ha di sé nello spazio ed è in stretta correlazione con l’ambiente esterno ed il sistema nervoso, si sviluppa completamente intorno ai 12 anni in quanto è in quella fascia d’età che si ha la completa maturazione del SNC.
Componenti fondamentali dello schema corporeo
- Componente visiva, sensitivo somoestesica ( tattile ) ,propiocettiva cinestesica
Riconoscimento dei segmenti corporei e della loro posizione.
- Componente vestibolare
Riconoscimento della posizione del corpo in relazione a movimenti di accelerazione e decelerazione.
- Componente gnosico-prassica
Riconoscimento delle potenzialità di utilizzo dei segmenti corporei
- Componente cognitiva
Riconoscimento cosciente dei segmenti, denominazione, capacità e controllo cosciente del corpo.
Schema corporeo e coordinazione
L’organizzazione dello schema corporeo consiste nel mettere in relazione le componenti propiocettive con le componenti esterocettive; è necessario che alle sensazioni provenienti dall’esterno vengano associate alle giuste percezioni corrispondenti ai segmenti corporei, per fare ciò è fondamentale che il bambino sia capace di sentire cosa avviene nel suo corpo in modalità dinamica. L’importanza dello schema corporeo è riassumibile nella seguente espressione : “ ogni volta che un individuo effettua un movimento fa si che il movimento successivo si basi su una nuova situazione corporea” , la distinzione delle parti del corpo, intesa in tutte le sue componenti fondamentali è il punto di partenza per tutte le altre distinzioni. Tutto lo sviluppo del bambino ( schemi motori di base, personalità, affettività e le capacità coordinative ) parte da una corretta conoscenza dell’IO, del proprio corpo, dello schema corporeo.
Tappe di sviluppo dello schema corporeo
Lo schema corporeo è sviluppato intorno ai 12 anni, secondo Ajuriaguerra sono tre le tappe fondamentali nell’organizzazione dello schema corporeo:
- Tappa del corpo vissuto ( 0-3 anni )
- Tappa del corpo percepito ( 4-6 anni )
- Tappa del corpo rappresentato ( 7-12 anni )
Corpo vissuto
Comportamento motorio globale, guidato da un espressione globale e basato sul vissuto; il bambino inizia a conoscere oggetti e a relazionarsi tramite l’uso del proprio corpo; vi è una prevalenza dei canali percettivi e propiocettivi a discapito degli esterocettivi; spazio topografico; gradualmente si inizia a migliorare nel processo di distinzione dell’IO fisico rispetto all’ambiente, inizialmente questa relazione non è così distinta bensì il fanciullo fatica a distinguere i due aspetti, queste scoperta dell’immagine del corpo il bambino diventa soggetto della propria esistenza e lo sviluppo avviene in senso cranio-caudale e prossimo-distale. Nel secondo anno di vita inizia la maturazione del fascio piramidale, alla quale è legata l’espressione volontaria del movimento.
Corpo percepito
Il possesso dell’immagine del corpo aumenta la qualità esplorativa degli oggetti, in contemporanea si perfezionano le prassie e migliorano le capacità percettive, in questo periodo infatti le capacità percettive la fanno da padrone e si entra in una fase detta discriminazione percettiva, dove si amplia il concetto di interiorizzazione del proprio corpo; il ragazzino è totalmente concentrato su sé stesso e riesce a porre attenzione sia alla totalità del corpo che solo ad una parte di esso; miglior controllo dinamico-motorio, motricità di tipo globale e coordinazione grezza; spazio euclideo; inizio sviluppo lateralità verso i cinque anni.
Corpo rappresentato
Si ha il passaggio da un immagine riproduttrice ad un immagine anticipatrice dello schema corporeo, infatti si acquisisce la capacità di prevedere l’azione pensandola precedentemente nella propria mente; il movimento non è più legato all’esperienza e al vissuto ma si compirà nel pensiero per poi essere eseguito, questa capacità di astrazione è dovuta al miglioramento della qualità psichica. Il centro di riferimento non è più il proprio corpo ma il bambino può porsi secondo altre prospettive , ad esempio riesce a trasportare le nozioni di destra e sinistra su altre persone. Lo sviluppo completo dello schema corporeo è intorno ai 12 anni e si passa da un intelligenza senso-percettiva ( corpo vissuto ) , ad un intelligenza concereta ( corpo percepito ) per arrivare infine ad un intelligenza formale, questa espressione di intelligenza sarà tanto più efficace quanto più sono state le esperienze motorie sviluppate in precedenza, per questo è importante lavorare molto prima che si riveli la logica formale.
Lateralità e schema corporeo
Il processo di lateralizzazione assume grande importanza per una corretta evoluzione dello schema corporeo, una lateralità ben definita è indispensabile per eseguire dei gesti motori semplici, per lo sviluppo delle capacità coordinative e nell’apprendere abilità quali la lettura e la scrittura. La lateralità deriva da una dominanza cerebrale di un emisfero sull’altro; l’emisfero dominante ( sinistro per i destri ) assume il controllo del corpo, dell’organizzazione spaziale, del linguaggio, di controllo e programmazione dell’azione e della coordinazione fine della mano, è la sede del pensiero logico; l’emisfero non dominante si preoccupa dello schema corporeo, di riconoscere il proprio viso e quello degli altri ed è il responsabile di senso musicale ed artistico, è la sede di pensiero e funzioni spaziali. La dominanza è genetica e non riguarda solo la mano ma vi sono anche altre dominanze denominate motorie : occhio , piede e sensoriale (dominanza uditiva); il suo sviluppo dipende sempre dal SNC e si propaga in senso cranio – caudale, quando ciò è terminato si afferma la lateralità, che permette:
- negli arti superiori si afferma la mano dominante
- negli arti inferiori si afferma la funzione di appoggio-spinta ( non dominante ) e slancio-attacco ( dominante )
- per il busto si afferma la funzione equilibratrice nelle situazioni di lancio, salto e equilibrio di volo
Ambidestrismo
Tale condizione deve essere ricercata dai dieci anni in su quando la lateralità si è quasi completamente affermata, cercare di forzare prima del tempo un destrimane all’ambidestrismo può portare a le stesse problematiche a cui va incontro il mancino contrariato, ovvero alla lateralità crociata, dove vi è una dominanza di due segmenti controlaterali ( piede destro e mano sinistra o viceversa ), in questa situazione viene meno il naturale orientamento del corpo perché vengono costantemente confuse le funzioni dominanti e non dominanti con conseguenti ripercussioni negative su schema corporeo e coordinazione.
Ontogenesi della lateralità
10 mesi : si stabilisce la dominanza della mano.
4-5 anni : il rinforzo della dominanza consente una netta padronanza manuale, inizia il processo che porterà il bambino alla lateralizzazione.
5-6 anni : il tronco inizia ad equilibrare il lancio con una torsione coordinata alla mano dominante, si stabilizzano le funzioni stacco-appoggio negli arti inferiori.
7-8 anni : si afferma la lateralità, migliora l’indipendenza delle braccia rispetto al tronco, maggior precisione nelle azioni appoggio-spinta / stacco-slancio; saltello monopodalico di facile esecuzione, coordinazione occhio-mano garantisce la direzione del lancio.
9-11 anni: completo controllo della lateralità con funzioni dominante e non dominante ben definite; equilibrio tra i vari segmenti del corpo, solida base per evoluzione di salti lanci ed equilibrio di volo.
Incompleto sviluppo schema corporeo
Deficit nella relazione soggetto mondo negli aspetti intellettivi, affettivi e motori; incompleta organizzazione schemi motori di base, nei gesti motori generali e speciali; problematiche per quanto riguarda il carattere e la parte affettivo-sociale; disgrafia; dislessia ( causa incapacità di tradurre dati topologici di riferimento : sotto/sopra, avanti-dietro, sinistra-destra, aperto-chiuso ); problematiche nella coordinazione oculo manuale.
Conclusioni – Take home message
In sostanza, cosa possiamo portare a casa dopo tutta questa pappardella?
- Possiamo portare a casa che lo schema corporeo è una componente fondamentale della nostra vita e indispensabile per la coordinazione.
- Lo schema corporeo rappresenta in sostanza l’immagine che noi abbiamo di noi stessi, nello spazio, fermi, in movimento e in relazione ad altri.
- Alcune volte problemi di coordinazione sono dovuti a incompleti sviluppi nello schema corporeo: se non so come il mio corpo è situato nello spazio, non potrò mai replicare dei movimenti o impararli velocemente
- Per correggere alcuni problemi di coordinazione (anche negli adulti) se notiamo che lo schema motorio della persona non è completamente sviluppato, è più opportuno fare esercizi anche molto basici, per fargli prendere coscienza dell’io corporeo. Anche perché se abbiamo uno schema corporeo incompleto significa che determinate movenze/situazioni non le ha mai sviluppate.
- Lo schema corporeo ha delle fasi sensibili e un evoluzione. Non è utile forzare i tempi e bisogna sfruttare ogni periodo dello sviluppo per migliorare una determinata capacità, un po come avviene per le capacità coordinative.
- La lateralità è direttamente collegata con lo schema corporeo e un’incompleto sviluppo di essa può portare problemi che si ripercuotono anche nell’apprendimento.
Detto questo spero che l’articolo vi sia piaciuto, se non l’avete ancora fatto vi invito inoltre a seguirmi sui social per rimanere sempre aggiornati su allenamenti, articoli ed eventi!
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