Quando fare i test?

Dopo aver capito il motivo che ci spinge a testare i nostri atleti dobbiamo comprendere quando è necessario effettuare i test; sì perché il punto focale non è CHI deve essere testato ma QUANDO deve essere testato, ricordatevi tutti possono e devono essere messi alla prova prima o dopo.

Il principiante

È opportuno fare una distinzione fondamentale tra il principiante e tutti gli altri praticanti (intermedi e avanzati).

Il principiante è quella persona che si approccia all’allenamento per la prima volta o ritorna ad allenarsi dopo un lungo periodo di inattività, spesso è incapace di eseguire i gesti motori in maniera tecnicamente valida oppure si trova in una situazione di evidente scarsa forma fisica (a volte queste due situazioni sono concomitanti). In questo caso gli unici test che si devono fare sono:

  • Altezza e peso
  • Circonferenze
  • Fc a riposo
  • Valutazione tecnica degli esercizi, filmando la situazione di partenza.

Bisogna focalizzarsi su misure estremamente banali e non invasive, concentrandosi sull’apprendimento tecnico ed evitando in ogni modo qualsiasi altro test, per i seguenti due motivi:

  1. I test fisici, a prescindere che siano di forza, resistenza o velocità sono degli sforzi massimali richiesti all’utente. Una persona che tecnicamente non riesce ad eseguire un movimento in maniera corretta o si trova in una condizione di evidente scarsa forma fisica rischia di infortunarsi molto facilmente ed è l’ultima cosa che vogliamo.
  2. Effettuare un test a un principiante equivale a perdere tempo perché avremo una misura falsata ed ora vi spiego il perché:

Immaginate di far fare un test massimale sulla panca a una persona molto magra che non ha mai sollevato un bilanciere: potreste facilmente trovare il suo massimale a 30 kg. Dopo solo un mese di allenamento questa persona riuscirà tranquillamente a sollevare lo stesso peso per 5/10 ripetizioni, portando il suo massimale a 50 Kg, con quindi un incredibile aumento del 67%.

Abbiamo scoperto forse un incredibile metodo di allenamento che ci farà migliorare ogni mese di quasi il 70%? Assolutamente no, semplicemente partivamo da una situazione altamente sottostimata: inizialmente la persona era già più forte ma semplicemente era incapace di esprimerlo a causa della sua mancanza di coordinazione inter e intramuscolare.

Riassumendo il principiante non necessita di nessun test fisico, bensì solo di valutazioni tecniche e misure antropometriche, che gli facciano prendere coscienza del suo stato di forma iniziale.

Quando effettuare queste misurazioni?

Vista l’esperienza pregressa con i miei clienti il mio consiglio quando ci si trova in questa situazione è di effettuare tutte le misurazioni immediatamente, già alla prima lezione. Questo perché se da un lato è vero che molte volte le persone trovano grandi difficoltà nell’eseguire i movimenti (magari non riuscendo per anni ad avere una tecnica corretta) dall’altro lato il personal trainer esperto è capace di risolvere l’80% dei problemi tecnici in maniera molto veloce, con una differenza notevole già a pochi giorni di distanza.

Così facendo il filmato avrà un’utilità doppia:

  • È di aiuto alla persona per comprendere quanti miglioramenti ha fatto a livello tecnico
  • È utile al personal trainer per far valere il lavoro che ha fatto sul cliente

Anche perché i video (come la carta) cantano: vedere un miglioramento oggettivo non ha diritto di replica, mentre le sensazioni variano e sono volubili e vi assicuro che dopo il primo periodo se non fate foto e video i clienti tendono a dimenticare quanto erano “scarsi” (è un problema dell’essere umano in realtà, tutti ci ricordiamo più bravi, più belli e più contenti di come eravamo, si chiama rimozione).

Nel caso in cui abbiamo persone con un’esperienza di allenamento (e uno stato di forma) tale per cui è possibile iniziare dei protocolli di test è altresì importante fare una menzione speciale per queste due categorie: l’amatore e l’agonista.

L’amatore

L’amatore rappresenta la maggioranza delle persone che si allenano, che si tratti di palestra, corsa, corpo libero, funzionale o quant’altro; può avere avuto un passato da agonista come no, può allenarsi dalle 2 alle 6 alle 9 volte a settimana, sicuramente non possiamo prendere in esame chi si allena una volta a settimana perché è troppo poco.

Per poter proporre dei protocolli di test e allenamento che siano utili all’amatore dobbiamo entrare nella sua mentalità, capire la sua psicologia. Tendenzialmente l’amatore non ha aspirazioni di tipo agonistico (altrimenti farebbe le gare, appunto) il che significa che non il risultato prestazionale non è sicuramente tra le sue priorità, solitamente si allena perché vuole stare bene, curare la sua salute e/o il suo aspetto fisico, stare in compagnia e avere delle abitudini sane.

Il nostro approccio non potrà essere quindi troppo diretto e deciso, cercando di cambiare la sua mentalità, facendogli discorsi su quanto sia importante il risultato, i test e tutto un mondo che lui ha rifiutato evitando appunto ogni competizione. Anche perché l’amatore ha una credenza nella sua testa, ossia che lui non può aspirare a fare chissà quale risultato ed è destinato e relegato a stare nella media per qualsiasi motivo che lui ha deciso a priori (età, genetica, famiglia, lavoro).

Per questo la cosa più importante è ascoltarlo, capire qual è il suo stile di vita, le sue abitudini, se lavora tanto, deve badare ai figli, ha avuto o no un passato da agonista, il perché ha smesso, quali sono secondo lui i suoi punti deboli e i suoi punti di forza, eccetera. In questo modo non stiamo facendo altro che mettere la persona a nudo di fronte a se stesso, facendogli capire qual è la realtà in cui lui si è inserito; una volta che il quadro generale ci è chiaro dobbiamo esprimere il nostro parere professionale e fargli capire come il potenziale che nasconde dentro di sé è enorme e come può ottenere risultati che in una scala di livello mondiale non sono di rilievo ma per lui rappresentano risultati pazzeschi.

Vi faccio qualche esempio:

L’amatore da palestra che pesa 80 kg pensa che avere 120 kg di massimale di squat sia una cosa incredibile, perché nella sua testa il numero centoventi è intrinsecamente qualcosa di incredibile, mentre in realtà sollevare 1.5 volte il proprio peso corporeo sullo squat è un risultato che TUTTI con un minimo di allenamento programmato per i pesi possono ottenere.

L’amatore che non corre pensa che non riuscirà mai a correre per un ora filata, perché lui non è portato, è sovrappeso o ha qualsiasi ragione… Mentre in realtà sappiamo come il metabolismo aerobico a intensità bassa ha una durata pressoché infinita, quindi l’ora di corsa è alla portata di tutti. Ovviamente se vuole correre i 10 km in 37 minuti è tutt’altro affare, ma non stiamo parlando di certe prestazioni in questo caso.

L’amatore che è sempre stato sovrappeso fin da piccolo (anche se in forma lieve) ha radicato nel suo subconscio il pensiero che non lui non riuscirà mai ad avere un bel fisico o essere semplicemente in normopeso, il tutto per svariate ragioni che lui stesso ha deciso: pigrizia, ossa grosse, genetica, abitudini, lavoro, famiglia, tempo, eccetera…

Perché l’amatore ragiona così? Semplicemente perché si confronta con la realtà vicino a lui e con le realtà che ha sempre vissuto: se in 40 anni non è mai riuscito a diventare normopeso lui è ancorato a questo fatto e pensa che non sia una cosa possibile, la stessa cosa vale per i pesi e per lo squat.

Il compito del buon personal che ha esperienza (e che ha già raggiunto certi risultati con altri clienti, in primis su sé stesso) è semplicemente dirgli:” Guarda, vedi queste persone? Sono esattamente come te, eppure loro sono riusciti a fare tutto ciò, quindi significa che esiste un’altra realtà oltre la tua dove questi risultati sono assolutamente l’ordine del giorno” Ovviamente le parole saranno altre, ma il messaggio criptato che dovrà passare sarà questo. Tutto ciò è fondamentale per poter ancorare il cliente a dei protocolli di test e allenamento ai quali lui magari non si è mai approcciato.

Fatta questa premessa torniamo alla domanda principale: quando testare.

Ovviamente i test si fanno all’inizio di un percorso, poi ci allena e successivamente si valutano i risultati. Il difficile è riuscire a fare tutto questo in maniera sostenibile per la persona e soprattutto in un modo che a lui piaccia, perché in fondo quello che volete voi conta zero, conta quello che vuole il cliente e voi dovete fare in modo di darglielo ma a vostro modo.

1° step: FMS

Come primo step consiglio di fare il FMS (functional movement screen) test, questo perché è poco invasivo e può dare un idea dello stato di “salute” della persona, inoltre i risultati ci permetteranno di inserire gli esercizi di attivazione più corretti all’interno dell’allenamento. Questo test lo farei fare nelle primissime lezioni se non alla prima.

2° step: profilo completo o settoriale

Come secondo step dobbiamo testare la parte condizionale del soggetto e a mio parere abbiamo due strade diverse da percorrere con un origine comune. L’origine comune è spiegare al cliente il profilo sportivo: cos’è, a cosa serve, che parametri ci può restituire e il perché bisogna farlo; dopodiché dobbiamo capire la persona se preferisce fare tutti i test in modo da avere un profilo completo e di conseguenza allenarsi oppure concentrarsi in maniera settoriale su qualcosa per poi passare ad altro: ad esempio potremmo iniziare il primo protocollo testando solo la resistenza muscolare locale, eseguire l’allenamento e di nuovo il test e poi decidere se passare ad altro, in questo modo costruiremo il profilo sportivo nel tempo ma ciò che conta è il risultato finale: allenare una persona in maniera professionale, dando dei risultati non opinabili e soprattutto dandogli ciò che vuole.

L’agonista

L’agonista ha un discorso totalmente diverso: infatti i test non sono decisi a priori ma vengono fatti a seconda delle gare e delle competizioni. In questo caso dobbiamo avere un calendario delle gare, parlare con l’allenatore della parte tecnica e con l’atleta in modo da decidere insieme il percorso migliore per vincere, scegliendo quando avere il periodo di forma, scegliere le gare decisive e quelle meno importanti e di conseguenza pianificare il tutto.